Care Amiche e cari Amici,

Ciò che penso, dico o faccio
1 – Risponde a verità?
2 – E’giusto per tutti gli interessati?
3 – Promuoverà la buona volontà e migliora i rapporti di amicizia?
4 – Sarà vantaggioso per tutti gli interessati?

Cara vecchia prova delle Quattro Domande, ideata nel 1932 da Herbert J. Taylor, che più tardi divenne Presidente del R.I., ma quanto mai attuale anche oggi.
Il Rotary International dedica il mese di ottobre all’Azione Professionale, invitandoci ad agire al meglio nell’esercizio delle nostre professioni.

Ancora una volta siamo in presenza di un richiamo alla coscienza del singolo.
Non è facile affrontare il tema del mese, perché rischiamo di cadere nella retorica e nel compiacersi del nostro comportamento, solo per il fatto di essere rotariani, mentre, a mio avviso, l’argomento va diversamente affrontato: proprio perché siamo rotariani, dobbiamo ricordare che siamo invitati al rispetto di quelle regole ideali che abbiamo accettato quando siamo entrati a far parte dell’Associazione.
C’è anche il rischio di cadere nel tono della “predica”, che non mi compete e che proprio non mi si addice, mentre vorrei affrontare alcuni punti, confidando nella Vostra condivisione, ma più che altro perché siano motivo di reciproca riflessione.
Una prima riflessione è quella di porci la domanda: come mettere in pratica il concetto del “servire al meglio” nell’esercizio delle nostre attività?
Guardiamoci intorno e ditemi se non si vede una situazione allarmante nell’economia, nella finanza, nelle imprese e nelle professioni, nelle amministrazioni, situazione per la quale l’intera società ha le sue responsabilità.

Niente sembra essere cambiato dal lontano 1905, quando Paul Harris raccontava: “I mali che affliggevano Chicago in quei giorni erano comuni anche ad altre città del Paese. In generale gli affari non andavano molto bene. Non si seguivano alti principi etici nei confronti dei consumatori, dei dipendenti e dei concorrenti. Lo spirito comunitario aveva raggiunto i minimi livelli quasi ovunque. Era tempo di un cambiamenti in meglio.”

Allora che fare?
Il Rotary è, per certi versi, la stella polare che ci orienta verso i principi che abbiamo accettato, ripeto, entrando nell’Associazione, dai quali nascono i doveri nell’esercizio delle professioni che svolgiamo: rispetto dei clienti e delle loro esigenze, rispetto dei dipendenti come del datore di lavoro, correttezza nei confronti dei concorrenti, fedeltà alla deontologia ed alle leggi, riconoscere il valore del lavoro altrui se è utile alla società.

Quanto precede ci spiega anche la struttura del R.I., composta dai Club che operano in determinate località, rappresentando, con l’ammissione dei soci, se avviene in rispetto delle classifiche, il più possibile la comunità locale, nell’ambito della quale i soci del Club svolgono professioni che comportano responsabilità.

Ebbene, oltre alla responsabilità nei confronti della società, noi abbiamo anche quella nei confronti del Rotary, perché è dal nostro comportamento che dipende l’immagine della nostra Associazione nella località ove il Club opera.
Se questa mia lettera sarà motivo di riflessione sull’etica, raccomando ai Presidenti di discutere dell’argomento all’interno dei Club.

Le idee che ne usciranno, gli esempi di comportamento etico di rotariani e non rotariani, potranno essere ripresi nel convegno sull’Etica che programmato nel corrente anno nei primi mesi del 2011.
Prima di salutarVi, Vi ricordo alcuni eventi che si terranno nel mese di ottobre.
Sabato 2 sarà celebrato a Pisa il Premio Galileo Galilei dei Rotary Club italiani, che opera sotto gli auspici del R.I., con l’assegnazione di due premi: uno per riconoscere la valutazione della cultura italiana all’estero ed una per la scienza.

Infine, Vi ricordo l’IDIR ad Arezzo, sabato 30 ottobre.

Ci siamo lasciati alle spalle molte precedenti riunioni distrettuali, compresa l’Assemblea di Bologna e, pur comprendendo l’impegno che ogni riunione comporta, Vi prego di essere presenti anche il 30 ottobre, trattandosi di un momento importante di informazione e di definizione dei programmi dell’anno rotariano, oltre al piacere di ritrovarci.

Cari saluti e buon Rotary.

Vinicio

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